Nel suo vagabondare, un amico lo accompagna fedele: un bulldog col quale divide una magra colazione. Inciampato in un ferro di cavallo abbandonato sul selciato, Charlot, con rituale scaramantico e propiziatorio, lo raccoglie e se lo infila in tasca e si presenta alla palestra di boxe con la speranza di racimolare qualche soldo (dove un manifesto affisso invitava i temerari aspiranti sparring partner a misurarsi, in particolare quelli ben disposti ad essere suonati, come recita l'affissione).